Gli aranci e le arance dell’Aventino

Sull’Aventino c’è un piccolo parco pubblico che si chiama Parco Savello ma che tutti conoscono come il Giardino degli Aranci. Fu realizzato quasi cento anni fa, negli anni ’30, dall’architetto Raffaele de Vico durante i lavori di risistemazione del colle Aventino, con lo scopo di creare una nuova terrazza panoramica con la vista su Roma, come quelle del Pincio o del Gianicolo.

Si chiama “giardino degli aranci” perché Raffaele de Vico ci fece piantare molte piante di arance amare. Ma perché proprio queste piante? Perché il Giardino si trova proprio accanto alla chiesa di Santa Sabina, sede dell’ordine dei Domenicani e, nel XIII secolo residenza di San Domenico.

La tradizione vuole che San Domenico, quando arrivò a Roma dalla Spagna nel 1220, abbia portato con sé una piantina di Arancio, la piantò nel chiostro di Santa Sabina e avesse l’abitudine di predicare proprio lì accanto all’albero. Quello di San Domenico è un arancio dolce, i cui frutti sono buoni da mangiare, e fu il primo arancio di questo tipo ad arrivare in Italia. Si dice anche che l’arancio di San Domenico sia una pianta miracolosa perché è ancora lì dopo otto secoli. Per la verità, ha rischiato di morire più volte, ma ogni volta è spuntato di nuovo.

Si dice anche che le arance candite che Santa Caterina da Siena nel 1379 offrì a papa Urbano VI chiedendogli di comportarsi con moderazione contro l’antipapa Clemente VII, fossero di questa pianta.  il senso del regalo di Santa Caterina era che anche un frutto un aspro (anche una difficoltà) può riempirsi di zucchero (ed essere superata). Se volete vedere il giardino degli aranci, la chiesa di Santa Sabina e anche l’arancio di San Domenico, iscrivetevi alla visita guidata di questo sabato